Di: Maurizio Savigni

Le polveri del Sahara, in questi giorni, sono un tema molto dibattuto nell'agenda quotidiana della stampa italiana ed estera. Pensate che le polveri del deserto, si sono spinte fino all'Islanda, grazie all'azione del vento e di un flusso combinato di correnti a varie altezze. 

Hanno reso il cielo giallognolo su tutta l'Italia e la Sardegna, abbassando notevolmente la visibilità negli scorsi giorni. Inoltre hanno causato un'impennata dell'inquinamento, viste le notevoli quantità sospese in atmosfera (fino a 4000 microgrammi per metro cubo). 

Ma sapete che le polveri del deserto del Sahara, sono ottime alleate della natura? I granelli di polvere contengono minerali, come il fosforo e il ferro, che fungono da fertilizzanti naturali verso le foreste, il terreno vegetale e il mare. Arrecano principalmente nutrienti e batteri. Nel mare e negli oceani, danno sostegno e sostanze nutritive al fitoplancton. Le polveri desertiche per la salute umana possono rappresentare un pericolo: aumentano il rischio di problemi respiratori. Non è un caso che in questi giorni, abbiamo assistito ad un picco delle allergie, dato il "potere" delle polveri nel contenere anche allergenti e particelle irritanti per le vie respiratorie dell'uomo. 

La Foresta Amazzonica, si è formata soprattutto grazie al contributo delle milioni di tonnellate di polveri del deserto, trasportate ogni anno dagli alisei, con il contributo del clima umido equatoriale dell'entroterra del Sud America. 

Ogni anno, sull'Europa Meridionale, di polvere ne arrivano milioni di tonnellate, trasportate dal vento. Se da un lato, hanno dei pregi, dall'altro hanno conseguenze negative per l'uomo: ci sporcano le auto, i vetri delle case, ci peggiorano la qualità dell'aria e per i ghiacci o le nevi delle Alpi hanno conseguenze tremende nell'accelerarne la fusione. 

In agricoltura, però, evitano a tanti coltivatori di orti o agricoltori, di comprare il caolino o altri minerali per potenziare difesa o produttività delle piante o del terreno agricolo!

Foto di Wolfgang Hasselmann su Unsplash