Di Maurizio Savigni.
I sardi, da sempre popolo gentile, generoso ed accogliente, si trovano costretti a decidere per il loro bene, se preferire la salvaguardia della salute, dagli interessi economici e benefici del turismo, in un momento teso e delicato, con la tensione che si tocca nell'aria.
Lo spostamento dalle zone rosse alla zona bianca in Sardegna non deve essere permesso e consentito. Perchè? Ve lo spiego con semplicità. 1) un afflusso di gente enorme, sarebbe insostenibile per il sistema di screening messo a punto in porti e aeroporti;
2) più gente in navi e aerei = più rischi di focolai di partenza; 3) se i 'continentali' arrivano in Sardegna e scelgono di mettersi in quarantena, c'è la certezza che non la rispettano, innescando focolai; 4) il Covid ha un periodo di incubazione tra 3 e 8 giorni, perciò: un turista può fare il tampone oggi al porto di Olbia e risultare negativo, ma tra qualche giorno può risultare positivo e innescare focolai; 5) la variante inglese è molto aggressiva; a differenza del ceppo di Wuhan al quale eravamo abituati, basta pochissimo per innescare focolai come alla Maddalena, Bono, San Teodoro e per ultimo Sindia. Non capisco la becera campagna pubblicitaria di alcune compagnie di navigazione (che non posso citare, pena il rischio di citazione per danni di immagine). Vogliono attirare proprietari di seconde case in Sardegna a nostra insaputa nel periodo pasquale, a prezzi vantaggiosi, tali da favorire introiti economici, in un periodo delicato sulla questione della continuità territoriale, bandi scaduti e/o da rinnovare. Prezzi vantaggiosi per chi viene nell'isola, mentre i sardi devono sborsare cifre esorbitanti per spostarsi fuori dalla regione, nonostante i liquidi che versa ogni anno lo Stato. I sardi a malincuore non vogliono la zona rossa, e non vogliono per ora turisti e proprietari di seconde case. Il nostro Governatore Solinas, potrebbe fare un'ordinanza come la Valle d'Aosta, che blocca gli arrivi nelle seconde case da altre regioni, ma non la fa. La zona bianca piace a tutti e un ritorno al rosso non lo vuole nessuno. Quanto deciso dal Governo è inaccettabile, così come l'invito a viaggiare e spostarsi nella nostra isola e di conseguenza è inaccettabile la linea delle compagnie di bandiera e della giunta regionale. Non ce lo possiamo permettere; non ci possiamo permettere focolai e casi che aumentano, non abbiamo le strutture sanitarie idonee a sostenere un picco di contagi e ricoverati. Non siamo la Lombardia che ha migliaia di posti letto e terapia intensiva. Non ci possiamo e non vogliamo permettere che arrivi nessuno. Abbiamo avuto un dejà vu in Estate. Ci hanno chiamato untori ingiustamente ed ora sono pronti nuovamente a voler venire qua e causare nuovamente il dejà vu. La Regione ha già annunciato che non vieterà l'arrivo nelle seconde case, ma farà più controlli. Scelta contestabile in modo costruttivo. Ancora una volta mi chiedo se la salute dei sardi viene sottomessa dall'interesse per il turismo o per l'economia. Da un lato non guasta, ma dall'altro è il periodo errato. La Sardegna è ultima in Italia per vaccini somministrati e c'è poco da festeggiare in zona bianca, più poco il lusso di accogliere migliaia di persone nel periodo pasquale. Se così vogliamo, allora ne pagheremo le conseguenze e staremo ad addossare la colpa uno all'altro. Insomma, si salvi chi può. La Sardegna e i sardi non sono e non vogliono essere il lazzaretto dell'Italia rossa.
News 48 / Redazione C48